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Museo Geologico G. G. Gemmellaro

Museo Geologico G.G. Gemmellaro
Museo Geologico G. G. Gemmellaro

Introduzione

Il Museo Geologico G.G. Gemmellaro rappresenta un’istituzione culturale inclusiva e partecipativa, in cui si svolgono attività di ricerca scientifica, di didattica per scuole di ogni ordine e grado e di divulgazione scientifica. Le collezioni comprendono un vasto patrimonio di reperti geologici e paleontologici, stimati in oltre 600 mila pezzi. Nelle varie sale si possono ammirare i reperti che illustrano la storia della vita sulla Terra, con un fuoco particolare sulla storia naturalistica, geologica e paleontologica della Sicilia e del Mediterraneo. Particolare enfasi è riservata a quelle caratteristiche della storia geologica del territorio che hanno immediate ricadute e conseguenze sulle comunità, per esempio dal punto di vista delle attività socio-culturali. Il museo ambisce ad esporre gli argomenti di suo interesse in modo semplice, con un linguaggio e una rappresentazione che siano fruibili da una ampia platea di pubblico, anche attraverso l’utilizzo di dispositivi innovativi e multimediali che supportino il ruolo attivo del visitatore. 

Storia

Il Museo Geologico dell’Università degli Studi di Palermo nasce nel 1860, quando viene istituita la cattedra di Mineralogia e Geologia, e l’annesso gabinetto geologico. Già nel 1779, quando l’Ateneo palermitano viene istituito dal re Ferdinando I di Borbone, viene allestito un Gabinetto di Scienze Naturali, a servizio della cattedra di Storia naturale, in cui sono custoditi reperti di vario genere, raccolti dai docenti che nel tempo si sono susseguiti.

Gaetano Giorgio Gemmellaro è il primo docente che ordina e cataloga i reperti in maniera moderna, durante il lungo periodo della sua direzione, tra il 1860 ed il 1904. Il Museo, sito presso il cortile del Monastero di San Giuseppe dei Teatini, in Via Maqueda, subisce dei danni durante il bombardamento del 1943 da parte delle forze aeree degli Alleati. Le collezioni, chiuse in casse di fortuna, sono quindi trasferite presso una sede in Corso Calatafimi. Questa sistemazione risulta poco adatta agli scopi museali e la sede viene definitivamente chiusa nel 1965. Bisognerà aspettare l’intuizione di Vincenzo Burgio che, nel 1985, riapre il museo presso l’attuale sede di Corso Tukory, nell’edificio dell’Istituto di Geologia. Con il trasferimento dei docenti e delle attività didattiche in Via Archirafi, agli inizi degli anni 2000, il Museo prende la sua attuale configurazione, lungo tutti e quattro i livelli della palazzina.

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Piano terra

Il percorso espositivo

Sala Enzo Burgio In questa sala espositiva sono illustrati i processi di fossilizzazione, i processi litogenetici e le rocce sedimentarie, metamorfiche e ignee. Di particolare pregio, la vetrina che custodisce alcuni campioni di roccia dell'isola Ferdinandea, raccolti da Carlo Gemmellaro poco prima che l’Isola sprofondasse, ed un acquarello realizzato nel 1831 che mostra la sua conformazione durante il breve periodo di emersione.

La sala espone calchi di dinosauri, elementi chiave per comprendere l’evoluzione del nostro pianeta. Tra i reperti spiccano lo scheletro di Thecodontosaurus, un quadrupede del Triassico (circa 200 milioni di anni fa), quello di Carnotaurus sastrei(il "toro mangiatore di carne") e lo scheletro di Anhanguera, un rettile volante vissuto nel Cretacico inferiore (110 milioni di anni fa). Il codice QR, inquadrato tramite dispositivo elettronico dedicato, permette di vedere la ricostruzione dell’aspetto del Carnotaurus sastrei.
Il percorso prosegue lungo le gallerie superiori con numerose teche dedicate alla classificazione sistematica degli esseri viventi a partire dai foraminiferi, organismi unicellulari eccellenti fossili guida. Seguono Porifera, bivalvi, gasteropodi, cefalopodi, brachiopodi, artropodi, echinodermi e vermi; una delle vetrine ospita un modello in scala che illustra gli stili di vita dei più comuni invertebrati marini. Le vetrine finali sono dedicate ai vertebrati e alla paleobotanica.

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Primo piano

Questa area espositiva è dedicata alla storia geologica della Sicilia dal Permiano (circa 300 milioni di anni fa) al Cenozoico (circa 20 milioni di anni fa). Si estende su 250 mq e si divide in 4 ambienti comunicanti. In ogni sala, un pannello paleogeografico tridimensionale, illustra l'ampiezza e la disposizione dei mari e delle terre e i cambiamenti fisiografici che la Terra ha subito negli ultimi 300 milioni di anni. Inoltre, in ogni sala vi sono vetrine dedicate ai fossili non siciliani, che rappresentano un'espressione e una testimonianza dei vari ambienti e delle diverse forme di vita presenti nelle diverse aree della Terra.

Sale del Paleozoico e Mesozoico
Nella prima sala sono esposti i fossili provenienti dai blocchi calcarei del Permiano della valle del Sosio, l'ultimo periodo del Paleozoico (tra 300 e 250 milioni di anni fa). Sono fossili di animali tipici della barriera corallina, come i brachiopodi Richthofenia, Rhynchonella e Spirifer, spugne ed alghe calcaree, rinvenuti in alcuni blocchi insieme a fossili di animali tipici di ambiente pelagico (cioè di mare aperto) come ammonoidi e conodonti.
La visita prosegue nella sala dedicata alle associazioni fossili marine del Mesozoico che, in Sicilia, sono ben rappresentate grazie alla prolungata sedimentazione marina. Nelle prime vetrine di questa sala sono esposti molluschi, tra i quali gasteropodi e lamellibranchi e, in particolare, varie specie del genere Megalodon, caratteristici abitanti delle lagune poste nelle piattaforme carbonatiche del Triassico. 
Proseguendo, vi sono i fossili del Giurassico, periodo di espansione e approfondimento dei bacini sedimentari marini, con la massima diffusione di invertebrati marini come ammoniti e belemniti, cefalopodi simili alle odierne seppie. Numerosi esemplari di ammoniti triassici e giurassici dimostrano la rapida evoluzione di questo gruppo durante il Mesozoico. Tra gli altri, sono esposti alcuni esemplari appartenenti a generi esclusivi dell'oceano Tetide, dominio paleogeaografico nel quale si sono deposte le rocce della Sicilia.
Anche il periodo Cretacico è rappresentato da rocce e fossili di ambienti marini dell’oceano Tetide come le Rudiste (lamellibranchi con valve disuguali) e i variegati generi di gasteropodi. Il diorama di questa sala rappresenta il diversificato ambiente della barriera corallina che esisteva in Sicilia nel Cretacico. 

Sala del Cenozoico 
I coralli di Isnello (montagne delle Madonie) rappresentano un’istantanea dell’ambiente marino nel Mediterraneo centrale all’inizio dell'Era Cenozoica, ancora caratterizzato da un’alta biodiversità e la presenza di barriere coralline.
Durante il Cenozoico compaiono i primi cetacei e tra questi spicca sicuramente l’olotipo del Neosqualodon gemmellaroi, una specie finora riconosciuta solo nell'area mediterranea. La forma e la struttura dei suoi denti suggeriscono una dieta a base di cefalopodi. 
Nella parte centrale del grande salone, si può ammirare la ricostruzione della bocca di Otodus megalodon, un gigantesco squalo i cui denti sono stati rinvenuti nei depositi del Miocene in Sicilia. Insieme ad esso è possibile osservare alcuni resti di pesci di tipo tropicale, particolarmente abbondanti e comuni all’inizio del Cenozoico.

Sala dei cristalli
Questa sala illustra un evento particolare nella storia geologica della Sicilia, accaduto circa 6 milioni di anni fa, quando i collegamenti tra l'Atlantico e il Mediterraneo furono interrotti e quest’ultimo fu trasformato in un enorme lago salato. L’interruzione della connessione con l’Atlantico provocò l’evaporazione delle acque e la deposizione di minerali e Sali evaporitici.
È questo impressionante fenomeno che ha causato  l’accumulo di spessi strati di rocce evaporitiche, quali calcare, gesso, salgemma e sali di potassio, che hanno dato origine a una successione di rocce nota in Sicilia come "Serie gessoso-solfifera".
Nelle teche di questa sala sono esposti splendidi esempi di cristalli e rocce collegate a questo evento (tra cui calcite, aragonite, celestina, gesso, salgemma e zolfo, provenienti dalle miniere siciliane). Tra tutti, spicca un cristallo di gesso, contenente una goccia d'acqua dell'antico Mar Mediterraneo di circa 6 milioni di anni fa.
Questa sala testimonia la potente influenza della storia geologica di una regione sulle attività economiche della popolazione locale, considerando quanto importanti sono state le risorse estrattive della Serie gessoso-solfifera per la Sicilia del XIX secolo e dell’inizio del XX secolo. Una raccolta di attrezzature dell’Ente Minerario Siciliano, utilizzate un tempo nelle miniere dell’Isola, arricchisce l’esposizione di questa sala.
 

Sala dell’Uomo
La sala è dedicata alla testimonianza della prima presenza dell'uomo in Sicilia; il fossile più importante è rappresentato da "Thea", uno scheletro ben conservato e quasi completo appartenente a una giovane femmina che visse nel Paleolitico superiore (circa 14.500 anni fa). Thea era alta 1,64 m e morì all'età di circa 34 anni; possedeva uno scheletro forte e un teschio allungato. Il nome Thea deriva dalla località in cui è stata rinvenuta, la "Grotta di San Teodoro", nei pressi di Acquedolci (Messina). La grotta ha restituito i resti di 7 individui (3 femmine e 4 maschi), che presentano tracce di sepoltura.
Nella sala si può osservare la ricostruzione del volto di Thea, realizzata grazie ai protocolli di antropologia forense, e la ricostruzione più recente del suo aspetto, inquadrando il codice QR con l’apposito dispositivo elettronico. Nella sala è presente anche un diorama a grandezza naturale che raffigura una scena di vita quotidiana delle popolazioni paleolitiche.
In un recente concorso bandito dalla Società Paleontologica Italiana, Thea è stata votata dal pubblico come il più bel fossile siciliano.

Scopri le sale del primo piano

Secondo piano

Il secondo piano dell’esposizione presenta fossili marini pliocenici e pleistocenici siciliani, depositati dopo la crisi di salinità del Messiniano, quando l’apertura dello Stretto di Gibilterra ripristinò le connessioni con l’Oceano Atlantico ed il Mediterraneo. Particolare rilievo assumono i fossili di Altavilla Milicia (Palermo) ed i fossili del Quaternario, periodo di oscillazioni climatiche che favorirono l’arrivo nel Mediterraneo di specie nordiche, Arctica islandica e Panomya norvegica, e specie tropicali, Thetystrombus latus, Conus testudinarius e Patella ferruginea. Inoltre, sono esposti coralli attuali provenienti dall’Oceano Indopacifico, acquisiti tramite sequestro giudiziario, e teche dedicate a organismi mediterranei attuali, inclusi esemplari di specie aliene introdotte di recente a causa dei cambiamenti climatici.

Sala degli elefanti 
Questa sala è dedicata alle faune continentali che hanno popolato la Sicilia a partire del Pleistocene inferiore con l’eccezionale fauna rinvenuta a Monte Pellegrino. Il Pleistocene medio superiore è rappresentato da resti fossili di elefanti, una peculiarità di questo periodo, soprattutto per la presenza di specie di dimensioni ridotte (i cosiddetti elefanti nani). 
Oltre alla ricostruzione della filogenesi dei proboscidati, nella sala mostra sono esposti resti fossili di elefanti di varie dimensioni, dal potente Palaeoloxodon antiquus al nano Palaeoloxodon falconeri (alto circa 90 cm); al centro della sala spicca uno scheletro completo di Palaeoloxodon mnaidriensis. Un calco encefalico in travertino di Palaeoloxodon falconeri rappresenta un oggetto unico ed eccezionale. 
Di particolare interesse sono pure una tartaruga gigante con le sue uova (Geochelone sp. Testudininei indet.), e una lontra esclusiva della Sicilia (Lutra trinacriae); completano l’esposizione resti di ippopotami, cervi, buoi, bisonti, orsi, lupi, iene, leoni, tutti vissuti in Sicilia durante il Pleistocene medio-superiore. I codici QR, inquadrati tramite dispositivo elettronico dedicato, permettono di ricostruire l’aspetto delle due specie di elefanti nani della Sicilia.  

La sala dei “Marmi di Sicilia”
La sala espone campioni della collezione di “pietre” utilizzate per la costruzione e decorazione di importanti edifici storici siciliani, come i monumenti dell’itinerario Arabo-Normanno, dichiarato Patrimonio UNESCO, e di alcune delle chiese del periodo Barocco di Palermo. Queste rocce, estratte da formazioni geologiche risalenti all’Era Mesozoica e, in alcuni casi al Cenozoico, provengono da cave ormai esaurite, rendendo la collezione unica nel panorama museale. Questa sala fornisce la testimonianza di come la natura geologica di una regione influenza il patrimonio culturale ed artistico locale, fornendo la materia prima utilizzata negli edifici di valore storico.

Scopri le sale del secondo piano

Le collezioni

Il Museo possiede numerose collezioni scientifiche provenienti da vari siti.
  • Collezione di Produzioni Naturali dell’abate Cancilla.
  • Collezioni di ossa fossili di Maredolce e di Billiemi raccolte da Domenico Scinà.
  • Collezione di cristalli di zolfo e salgemma di Pacini.
  • Collezione di rocce e fossili dell’abate Ferrara.
  • La collezione paleontologica del Permiano della Valle del Sosio.
  • La collezione di mammalofaune fossili pleistoceniche provenienti dalle grotte del palermitano, con splendidi esemplari di elefanti nani siciliani.
  • La Collezione Petrografia Siciliana: una raccolta completa di tutte le rocce affioranti in Sicilia (2.200 campioni di rocce). utilizzata quale riferimento per la redazione dei fogli siciliani della Carta Geologica d’Italia (1877-1881), in scala 1:100.000.
  • Una rara collezione di pietre ornamentali siciliane, alcune provenienti da cave oramai esaurite.
  • Una collezione di campioni dell’isola Ferdinandea, sorta e inabissatasi nel Canale di Sicilia nel 1831, raccolti personalmente da Carlo Gemmellaro, padre di Gaetano Giorgio.
  • Acquisizioni realizzate dagli studiosi che si avvicendarono alla direzione dell’Istituto e del Museo di Geologia: Giovanni Di Stefano (1856-1918), Mariano Gemmellaro (1879-1921), Francesco Cipolla (1880-1947), Ramiro Fabiani (1879-1954).

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Dove siamo
Corso Tukory, 131 - 90133 Palermo
Come raggiungerci

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L'ingresso pubblico del museo è in corso Tukory n. 131.

Il Museo è dotato di un accesso per persone disabili e dista circa 600 metri dalla Stazione Centrale di Palermo (piazza Giulio Cesare).

Organizza la tua visita

Orari

Da lunedì al venerdì 9.00-13.00* / 15.00 – 17.00*
Sabato 9.00-13.00*

*Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura

5.00€
dai 26 ai 69 anni

4.00€

  • scolaresche
  • gruppi da dieci unità paganti in su
  • giovani dai 6 ai 25 anni
  • over 70
  • insegnanti in visita privata
     

12.00€ 
due adulti più 3 bambini fino a 11 anni

8.00€
due adulti più 4 bambini fino a 11 anni

  • disabili con un accompagnatore
  • personale unipa in servizio
  • studenti unipa
  • insegnanti in visita con la classe
  • bambini under 6
  • membri icom
  • guide turistiche autorizzate

1.00€ (a persona) per gruppi disabili e studenti UNIPA
2.00€ (a persona dai 6 anni in su) + costo biglietto di ingresso per singoli visitatori o famiglie
 

Informazioni utili

Per organizzare al meglio una visita al Museo raccomandiamo di prendere visione del regolamento interno.
  • È necessario fornire copia di elenco di partecipanti cartaceo da presentare il giorno della visita al museo o da inviare per mail;
  • Eventuale disdetta dovrà essere inviata almeno 10 giorni prima della visita;
  • Il museo NON è fornito di spazi per la merenda. È fatto divieto di introdurre cibo e/o bevande all'interno delle sale espositive;
  • Il museo NON è fornito di sale d’attesa. Il giorno della visita, si prega di recarsi al museo non più di 15 minuti prima dell’orario indicato nella prenotazione, onde evitare il blocco prolungato del marciapiede e il rallentamento del traffico stradale;
  • Potrebbe non essere garantita la fruizione di alcune sale espositive in occasione di manutenzioni straordinarie o motivi di studio.

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Laboratori didattici

Le attività di laboratorio hanno un costo di 4.00€ ad alunno e la durata di circa un'ora.
Si ricorda che è prevista la gratuità per i disabili e docenti accompagnatori. Il museo è dotato di ascensore per l'accesso ai piani.

L’itinerario didattico si svolge attraverso un percorso all’interno delle sale espositive del museo che illustra la storia geopaleontologica della Sicilia, in modo semplice, accattivante ma con rigore scientifico. 

Proposta Didattica 2024-2025

Il Museo offre una vasta offerta di attività didattiche su varie tematiche adatte e per differenti fasce di età.
  • Cacciatori di dinosauri (scuole dell’infanzia)
    Un percorso completo alla scoperta dell’affascinante mondo dei dinosauri che coinvolgerà gli studenti più piccoli nella simulazione di uno scavo paleontologico. Dal recupero al riconoscimento di alcuni fossili di dinosauri scopriamo quanto è divertente il mestiere da paleontologo
  • Crea il tuo fossile (scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado)
    Ripercorriamo le Ere Geologiche attraverso delle divertenti attività di manipolazione. Impariamo a realizzare i calchi in gesso di alcuni tra i fossili più rappresentativi della lunga storia del nostro pianeta.
  • L’orologio della vita (scuole primarie)
    Un percorso didattico che mira ad approfondire e conoscere le Ere geologiche e l’Evoluzione della vita sulla Terra. Fermiamo il tempo realizzando un “orologio” dove collocheremo i principali organismi che hanno popolato la Terra.
  • Un giorno da paleontologo (scuole primarie)
    Un percorso completo alla scoperta dell’affascinante mondo dei fossili che coinvolgerà gli studenti nella simulazione di uno scavo paleontologico. Dal recupero al riconoscimento di alcuni fossili scopriamo quanto è divertente il mestiere da paleontologo.
  • Incontriamo Thea: l’arte preistorica (scuole primarie)
    Un percorso dedicato alla scoperta dell’arte preistorica. Attraverso l’utilizzo di materiali naturali (terra) coloriamo insieme una riproduzione in gesso del famosissimo graffito della grotta di Lascaux (Francia).
  • I miti: Polifemo e gli elefanti (scuole primarie)
    Polifemo e gli elefanti nani da cosa sono uniti? Scopriamo insieme la radice del Mito in Sicilia cercando di trovare le sue reali origini nella Geologia e nella Paleontologia. Realizziamo insieme le marionette di Polifemo.
  • Conosciamo insieme le rocce e i minerali (scuole secondarie di primo e secondo grado)
    Con l’ausilio delle collezioni petrografiche e mineralogiche del Museo impariamo a riconoscere i principali gruppi di rocce e i minerali più caratteristici e insieme andiamo alla scoperta della loro rilevanza nell’economia e nella nostra vita quotidiana.
  • Infinitamente piccolo: il mondo invisibile dei microfossili (scuole secondarie di primo e secondo grado)
    Un percorso dedicato alla scoperta dei tesori nascosti nella sabbia di Mondello. Armati di microscopio andiamo alla ricerca dei minuscoli fossili che si possono trovare in una manciata di sabbia. Scopriremo un mondo sconosciuto.
  • Alla scoperta dei fossili siciliani: osserviamoli e analizziamoli (scuole secondarie di primo e secondo grado)
    Un laboratorio dedicato ai fossili. Svolgiamo insieme il lavoro che si cela dietro ai reperti esposti al Museo. Puliamoli, analizziamoli e descriviamoli per meglio capire cosa ci vogliono suggerire.

Scopri la Proposta Didattica 2024/2025

Staff
Prof. Alessandro Incarbona

Direttore scientifico

alessandro.incarbona@unipa.it

+39 091 23864650

Dott.ssa Carolina D'Arpa

Conservatrice delle Collezioni di Invertebrati

carolina.darpa@unipa.it

+39 091 23864691

Dott.ssa Carolina Di Patti

Conservatrice delle Collezioni di Vertebrati

carolina.dipatti@unipa.it

+39 091 23864690

Contatti per attività e servizi del Museo

Contatti per Associazione Gea Servizi Scientifici

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