Fu utilizzato principalmente da Pietro Tacchini, astronomo aggiunto dal 1863 al 1879, che lo impiegò per dare avvio alle pionieristiche ricerche di fisica solare dell’epoca che sancirono la nascita dell’Astrofisica. Tali interessi condussero Tacchini, insieme a Padre Angelo Secchi, direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano e di cui la Sala del Merz conserva un busto in gesso opera dello scultore Domenico Costantino, alla fondazione della Società degli Spettroscopisti Italiani (1871), la prima società professionale specificatamente dedicata all’Astrofisica. Nella stessa stanza, oggi totalmente rinnovata rispetto al passato, si trovano strumenti di spettroscopia e di geomagnetismo, i primi utilizzati in combinazione con il telescopio Merz, i secondi per lo studio dell’attività solare in correlazione con le variazioni di magnetismo terrestre.
La cupola
Sotto la cupola centrale del Museo della Specola, la più grande delle tre che svettano in cima alla Torre Pisana e innalzata nella seconda metà dell’Ottocento, è custodito un imponente telescopio rifrattore di Merz a montatura equatoriale. Lo strumento, acquistato dall’allora direttore Domenico Ragona, fu installato qualche anno più tardi, nel 1865, sotto la direzione di Gaetano Cacciatore.
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Il telescopio rifrattore equatoriale Merz
Il telescopio fu utilizzato principalmente da Pietro Tacchini per le prime osservazioni spettroscopiche del Sole in Italia.Nel 1871, insieme a un identico strumento dell’Osservatorio del Collegio Romano, avviò una campagna di osservazioni solari contemporanee tra Roma, Palermo e Padova, che segnò l’inizio della Società degli Spettroscopisti Italiani, la prima associazione professionale dedicata all’astrofisica in Italia.
Materiali: mogano, ottone
Lunghezza: 243 cm
Specifiche: apertura obiettivo: 25 cm
Costruttore: Officine Merz, Monaco di Baviera, Germania, 1859