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Sala Meridiana

Sala Meridiana

Sala Meridiana

Dalla Galleria degli strumenti mobili si accede alla Sala Meridiana che, esistente già nel primo impianto architettonico della Specola per accogliere uno Strumento dei Passaggi di Ramsden oggi disperso, fu oggetto di una massiccia trasformazione intorno al 1858. Il progetto, realizzato dall'architetto camerale Nicolò Puglia, determinò l'ampliamento degli ambienti ed il consolidamento del pavimento affinché fosse abbastanza robusto da sostenere il peso dei massicci pilastri in pietra di Billiemi su cui poggiare il Cerchio meridiano di Pistor & Martins, un nuovo telescopio proveniente da Berlino.

Al rinnovato aspetto della stanza partecipò anche l'architetto Giovan Battista Filippo Basile, che disegnò le decorazioni lignee in stile neogotico della nuova Sala Meridiana. Il soffitto della stanza è caratterizzato da una fenditura tracciata in corrispondenza del meridiano locale per consentire al telescopio di osservare il passaggio delle stelle al meridiano, misurarne l’istante del transito tramite orologi e cronografi ancora conservati nella Sala e dedurre così le relative coordinate astronomiche.

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Il Cerchio Meridiano

Il cerchio meridiano è essenzialmente costituito da un telescopio formato da due tronchi conici uguali connessi per la base maggiore ad un cubo centrale cui sono anche connessi due tronchi conici più piccoli che ne costituiscono l'asse di rotazione. Sul cubo centrale si trova la scritta Pistor & Martins Berlin 1854. Alle estremità dell'asse erano opportunamente fissati due cerchi graduati di 2' in 2', di 94 cm di diametro, giranti su piani perpendicolari al medesimo. La lettura veniva eseguita per mezzo di otto microscopi, quattro per ciascun cerchio, che consentivano di leggere il secondo d'arco e di apprezzarne il decimo. Lo strumento era inoltre fornito di quattro diversi oculari, con ingrandimenti, rispettivamente, di circa 82, 98, 149 e 206 volte.

In seguito agli interventi eseguiti dall'officina Salvadori, sono stati sostituiti i due cerchi in ottone con due dischi di vetro che portano la scala incisa sul bordo ed è stato nuovamente trasformato il sistema di illuminazione della graduazione e del reticolo del cannocchiale. Inoltre, l'asse dello strumento è stato fissato a nuovi supporti posti più in alto sugli stessi pilastri originari, per l'applicazione di macchine fotografiche e di nuovi microscopi per la lettura dei cerchi. Tutto il telescopio è stato all'epoca smaltato con vernice grigia. In fase di restauro, negli anni 1999-2000, sono state rimosse tutte le aggiunte effettuate dalle officine Salvadori; dello strumento originale rimane ormai soltanto il tubo, le ottiche e parte del micrometro.

Materiali: ottone, legno

Dello strumento originale rimangono il tubo, le ottiche e parte del micrometro.

Lunghezza: 188 cm

Apertura obiettivo: 12.9 cm

Costruttore: Pistor & Martins, Berlino, Germania, 1854

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